kudo
MAESTRO
DEBORA
DOLCIAMI
Maestro Debora Dolciami – Cintura Nera II Dan Kudo Daido Juku
Sono entrata nel mondo dello sport all’eta’ di 6 anni frequentando un corso di ginnastica artistica. Successivamente a 13 anni mi sono iscritta d un corso di pallavolo all’oratorio salesiano “Teresa Gerini”. Attraverso corsi p.g.s. regionali, nazionali e federali, sono diventata allenatrice di pallavolo. Durante quest’ultimo percorso ho avuto la fortuna di cimentarmi con mio padre per 3 anni nel mondo dell’automobilismo (Gran Turismo), ottenendo anche dei buoni risultati. Nel 2000 si e’ concluso il mio percorso nella pallavolo.
Ho sempre amato le arti marziali fin da piccola, mi ricordo che spesso mi capitava di giocare a lotta con mio cugino che praticava il Judo. Ma per motivi di salute, che poi fortunatamente negli anni ho risolto, e’ stato l’unico sport che il medico mi aveva vietato di praticare.
Il destino ha voluto che nel 2000, all’eta’ di 31 anni, ho conosciuto il Karate Wado Ryu. Quindi ho iniziato ad intraprendere questa nuova via, iscrivendomi all’Accademia Italiana di Wado Ryu, partecipando a vari stage del Maestro Shiomitsu, e a numerose competizioni sportive sia di Kumite che di Kata.
Nel 2007 sono diventata cintura nera 1° Dan di Karate Wado-Ryu, anno in cui il mio Maestro, Luigi Rossini, ha deciso di intraprendere un nuovo percorso marziale, ed e’ allora che ho conosciuto il Kudo Daido-Juku, disciplina giapponese nata nel 1981 dal fondatore Grand Master Takashi Azuma, ma all’epoca ancora non conosciuta in Italia. Con il mio Maestro, ho iniziato questo percorso che nel 2009 mi ha vista partecipare, all’eta’ di 40 anni, al Campionato del Mondo di Tokyo.
Questa nuova arte marziale, anche nella sua fase agonistica, mi ha colpito fin da subito perche’ il “confronto” e’ “reale”. Gli atemi, cioe’ le percosse, sono reali, ma il regolamento consente di preservare l’incolumita’ dei combattenti, come ad esempio quando il nostro avversario si trova a terra: in tal caso i colpi diretti perpendicolarmente vengono solo simulati.
Questo aspetto di realta’ del kudo ci contraddistingue ed e’ alla base, secondo me, di una scelta radicale del praticante adulto, tra cio’ che nelle Arti marziali e “finzione” o “realta’”.
Nel Kudo adottiamo da stili diversi cio’ che e’ piu’ efficace per noi – spiega il Maestro Azuma – ma l’adattiamo al nostro stile di combattimento, alla nostra agilita’, al nostro concetto di realismo.
Un allievo che sceglie la strada del Kudo, la strada della mente aperta, sa perfettamente che il solo impegno non e’ sufficiente al raggiungimento del grado di cintura nera, avvolte alcune difficolta’ fisiche possono ostacolarne il conseguimento, allora il praticante con umilta’ e coraggio continuera’ comunque ad allenarsi per una sua crescita personale.
Questo e’ KUDO!!!
Concludo con una frase che mi porto nel cuore: “Non arrenderti mai, perche’ quando pensi sia tutto finito, e’ il momento che tutto ha inizio (Jim Morrison)
OSU!